Gita all'Orto dell’Oasi WWF Bosco di Vanzago

Dal tema di Marco C., 10 anni, VC.

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Oggi è stata una giornata speciale: ho imparato moltissime cose che nemmeno immaginavo.

Erano le 9.30 quando, con la maestra Pina, siamo usciti dal portone della scuola per prendere il pullman che ci stava aspettando già da un po’. Una volta presi i nostri posti (io ovviamente ero seduto vicino a Davide) la maestra ha cominciato a spiegarci dove stavamo andando.

“Caspita, una gita in un bosco, Marco!” mi ha detto Davide, dandomi di gomito. Eh sì, questa volta la gita prometteva di essere molto più divertente del solito.

La maestra ci ha anche detto che forse avremmo visto delle volpi e noi non stavamo più nella pelle. Poi di volpi non ne abbiamo viste, però abbiamo fatto delle scoperte da rimanere a bocca aperta.

Per esempio, Roberto, un signore con i baffi che ci ha fatto da guida, ci ha raccontato che per concimare un orto dell’Oasi WWF di Vanzago usano i rifiuti raccolti da alcuni Autogrill della zona.Noi non ci credevamo, ma lui ci ha detto: “Seguitemi e vedrete!”.

Così lo abbiamo seguito e lui ha iniziato a spiegarci la storia del posto dove eravamo. Se la storia della trasformazione dei rifiuti in fertilizzanti ci sembrava strana, anche venire a sapere che 200 anni fa tutto intorno a Milano c’era un bosco come quello che avevamo davanti agli occhi ci ha stupito. Camminando, ogni tanto incontravamo uno stagno o un animale: Roberto ci spiegava gli ecosistemi e provava a farci indovinare i nomi delle piante. A un certo punto, nessuno è stato più a sentirlo, perché abbiamo visto un cucciolo di capriolo. Roberto ha detto che era nato da pochi giorni… ma a me sembrava già così grande, mah.

Poi, finalmente, siamo arrivati all’orto... Sembrava un normalissimo orto, ma Roberto ha detto: “Non fatevi ingannare, questo è un orto fatto come la natura vuole!” Ho scoperto che la natura ci mette a disposizione tutto quanto necessario per coltivare i prodotti. Roberto ci ha spiegato infatti che all’interno del Bosco WWF di Vanzago, in quest’orto, si pratica “agricoltura biologica”; che poi vuol dire tornare ai vecchi metodi contadini, quelli tradizionali, senza usare pesticidi, disinfestanti o altre sostanze nocive per l’ambiente.

Certo, anche Roberto ha ammesso che così il lavoro è più difficile, che quando arriva la stagione delle cimici o altri parassiti devono stare molto attenti perché sennò perdono il raccolto, però ne vale la pena: in questo modo l’intero ecosistema viene salvaguardato. Questo mi ha colpito molto: il guardare sempre all’intero sistema, non al singolo prodotto.

In poche parole, ci ha detto che questo significa anche che non sempre è possibile mangiare la stessa verdura: in inverno niente peperoni, d’estate niente cavoli. “Io preferisco l’estate, allora!” ho detto e tutti hanno riso. Roberto ha poi spiegato che per prevenire le aggressioni dei parassiti alle piante utilizzano la lotta biologica: praticamente per contrastare gli organismi dannosi per le piante vengono usati altri insetti che, per loro natura, gli sono nemici.

A un certo punto, Alessandro ha gridato: “Sì, ma i rifiuti dove sono? Io non li vedo, c’è solo la terra”. Allora Roberto ci ha parlato del “compost”, un fertilizzante naturale che si ricava dagli scarti alimentari che vengono raccolti in tre Autogrill della zona. Ci ha indicato una montagnola, da cui si alzava un pochino di fumo: a vederlo sembrava un po’ di terriccio, in realtà erano rifiuti in decomposizione.

“Quindi vuol dire che quando lascio qualcosa nel piatto in Autogrill poi finisce qui?” ha chiesto Luisa. “Esatto. E noi la usiamo per far crescere altri alimenti: nulla si spreca” ha risposto Roberto. “Allora io non servo… io mangio sempre tutto” ha detto Francesco. E tutti abbiamo riso...

 

Come funziona:

Orto di Vanzago: come funziona