[gallery] Da un’idea di Guido Aghina e Alberto Marangoni
Coordinamento scientifico di Guido Aghina, Flavio Caroli, Pietro Petraroia
Tremila metri quadrati di esposizione, oltre settecento opere, tra dipinti, sculture, documenti, fotografie, filmati, abiti e oggetti di design, a comporre per la prima volta nella sua completezza un affresco sulla vita italiana di quello straordinario decennio che furono gli anni Cinquanta.
Il periodo compreso tra il 1948 e il 1960 rappresenta infatti per il nostro Paese una feconda stagione, che ha segnato l’inizio della fortuna della peculiare “creatività italiana”.
In mostra, dunque, le opere d’arte e gli oggetti protagonisti di questi anni offrono un’occasione unica per accostare la riflessione di coloro che di questa straordinaria stagione sono stati testimoni, alla sorpresa delle generazioni che oggi ne sono, spesso inconsapevolmente, eredi.
La nascita del design diffuso, con l’attenzione agli aspetti estetici e produttivi legati agli oggetti quotidiani, il prêtà- porter e l’introduzione della moda confezionata, la ricostruzione urbanistica e l’edilizia popolare, il dibattito artistico e il fiorire dei “manifesti”, lo sviluppo di un cinema di grandi autori e di grandi tecnici videro allora emergere alcune personalità di altissimo rilievo che, con le loro realizzazioni, hanno impresso un segno tutto italiano a questa evoluzione, caratterizzando uno stile che da allora in poi vedrà il suo successo internazionale.
È sufficiente fare i nomi di Gio Ponti, dello studio BBPR, di Marco Zanuso e Bruno Munari, di Albe Steiner e di Max Huber per capire quali forti personalità si impongano e caratterizzino ad esempio l’architettura e il design di quegli anni.
Ma è anche il periodo di Emilio Pucci e di Roberto Capucci nella moda, di Visconti, Fellini, De Sica, Antonioni e Rossellini nel cinema, di Fontana e Burri, di Manzoni e Marino Marini, di Guttuso e Vedova nell’arte, di Giacomelli e Mulas, di Berengo Gardin e Roiter nella fotografia.
Personalità capaci di superare i confini dell’Italia e diventare modelli internazionalmente riconosciuti.
Alla base di questo fortunato processo vi fu la capacità di saldare le attitudini imprenditoriali di una nuova generazione che sentiva di doversi staccare dagli schemi pre-bellici, con un’altrettanto nuova generazione di architetti, artisti, autori, creatori di moda, che si prestarono a sperimentare innovative soluzioni e materiali, e a riempire l’attività produttiva di nuovi contenuti e creatività.
Per narrare tutto ciò, la mostra raccoglie le straordinarie realizzazioni protagoniste di quel momento tanto fecondo, occupando uno spazio che ha pochi precedenti nella storia delle mostre milanesi.
A cominciare dalla piazzetta Reale, dove un’enorme “bolla” trasparente accoglie la premessa alla mostra: l’aereo Fiat G91, vero e proprio fiore all’occhiello dell’ingegneria e del design italiano, e le automobili di quegli anni, quali la Lancia Aurelia, la Cisitalia e la “mitica” Giulietta Sprint.
Un quadro completo di quel decennio, dunque, non solo per ricordare ma soprattutto per comprendere come sia nata e si sia sviluppata quella via italiana alla cultura e al gusto moderni, che da allora in poi ha caratterizzato il nostro Paese.