Tra lavoro e maternità in Autogrill: una “mamma che lavora” ci racconta la sua esperienza

Barbara Passariello ci racconta come è riuscita a conciliare maternità e lavoro

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C’era silenzio nei corridoi. Ero arrivata molto presto apposta, non c’era ancora nessuno.
"Sei tornata", mi sono detta, scoprendomi più tranquilla di quanto immaginassi. Poi, uno sguardo al mio ufficio, al mio tavolo, al mio pc. Tutto identico, persino quei fogli, sembravano lì solo dal giorno prima… Mi sono seduta, e ho ripreso possesso delle mie cose, del mio lavoro, di me stessa.

Quella mattina, il rientro al lavoro dopo la sua prima maternità, Barbara se la ricorda bene e la racconta così. Era il suo nuovo "primo giorno di lavoro", un momento speciale vissuto con ansie e aspettative particolari.

Lei è Barbara Passariello, oggi madre di 2 figli e Head of Legal Affairs Italy, una delle tante "working mothers" di Autogrill. "Madre lavoratrice", una definizione che Barbara si sente cucita addosso, perché il desiderio e la scelta di diventare mamma non le hanno impedito di seguire le proprie aspirazioni professionali, realizzando se stessa nel privato e nel pubblico, coniugando l’amore per i figli e la passione per il proprio lavoro.

Al rientro, come sei stata accolta dai tuoi colleghi?

"Come se non fossi mai andata via. Tutto era come prima: i colleghi, il mio lavoro, il mio capo, io.
Tutti mi hanno supportata moltissimo, sono stati molto comprensivi."

Barbara racconta che la sensazione di "essere state via solo un giorno" è un’esperienza condivisa da tante mamme, in Autogrill, al rientro. Una percezione che aiuta molte donne, soprattutto le colleghe di oggi – le mamme di domani – che scoprono così di trovarsi in un’azienda che supporta attivamente i progetti familiari dei propri collaboratori. Un aiuto che oggi si concretizza anche nel "bentornata" al lavoro dato da una figura specializzata.

"Dopo la maternità di Luca, quindi la seconda, sono stata accolta da una tutor del dipartimento Risorse Umane, che mi ha aggiornato sulle modifiche e gli accadimenti più importanti avvenuti in azienda, rendendosi disponibile per qualsiasi esigenza avessi dovuto avere"

Il maternity tutor offre un supporto operativo alle neomamme: solitamente si tratta di una mamma ed è dunque capace di comprendere quali possano essere le esigenze più concrete di una donna alle prese con dei bimbi molto piccoli.

Come descriveresti l’atteggiamento dell’azienda nei confronti delle mamme?

"Massima apertura, nessun pregiudizio. In entrambe le maternità ho potuto apprezzare una grande disponibilità a parlare delle mie esigenze di mamma.

Per fare un esempio, fino a quando ho potuto ho nutrito i miei figli con latte materno. Per me era una questione fondamentale. È bastato parlarne, e la società mi ha assecondato, supportandomi più che adeguatamente. Per me è stato il massimo, perché ha risolto quello che, come mamma, poteva essere il più grande dei problemi."

Barbara non ne ha avuto bisogno, ma "ad altre mie colleghe – racconta - è stato concesso di optare per un orario flessibile".

Quale tipo di supporto hai particolarmente apprezzato, come neomamma?

"Suonerà strano, ma io ho apprezzato moltissimo il maternity kit. E’ stato fondamentale per me, contiene moltissime informazioni utili e pratiche, anche dal punto di vista burocratico. Sebbene io sia avvocato, non ero pienamente informata delle normative sulla maternità, e, sotto questo aspetto, trovare un vademecum chiaro e conciso per me è stato il massimo."

E’ più difficile essere un avvocato in un gruppo globale o fare la mamma?

"Fare la mamma, perché non lo si impara da nessuna parte, non si studia su nessun libro. Tuttavia, famiglia e lavoro sono imprescindibili nella mia vita, mi impegno al 100% su entrambi i versanti."

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